Anna Perenna, la dea romana delle Origini...
Un'antichissima dea legata alla leggenda alle figure leggendarie dell'esule troiano Enea e della regina cartaginese Didone. Anna Perenna era considerata dai romani la personificazione femminile dell'anno e del suo perpetuo ritorno...
Articolo a cura di Andrea Contorni
Anna Perenna è una Dea del pantheon romano, di antichissima origine. La tradizione comune, riscontrata nei Fasti di Ovidio, la identifica con Anna, sorella della regina cartaginese Didone. Abbandonata da Enea, Didone si suicidò. Anna per sfuggire al fratello Pigmalione che intendeva rapirla o ucciderla, fu costretta all'esilio.
La ragazza riparò dapprima presso il re Batto sull'isola di Malta. In seguito riprese il mare naufragando sulle coste del Lazio dove, per un gioco beffardo del destino, ritrovò lo stesso Enea. Il principe troiano la accolse con amore, forse spinto dal rimorso nei confronti di Didone. Ma questo comportamento suscitò le ire di sua moglie Lavina che, gelosa, iniziò a perseguitare la povera Anna. Didone apparve in sogno alla sorella, esortandola ad abbandonare la casa di Enea. Anna fuggì per i boschi giungendo nei pressi del Numicio, un piccolo fiume collegato con Lavinium, corrispondente molto probabilmente all'attuale Rio Torto. Questo corso d'acqua è il più importante fiume della tradizione sacrale ed eroica latina dopo il Tevere. Ad esso sono legate tantissime leggende. Dal Numicio infatti si traeva l'acqua sacra per il culto di Vesta a Lavinio e al fiumiciattolo era legato il culto di Iuppiter indiges, identificato con lo stesso Enea. Il Numicio è citato anche nel VII libro dell'Eneide come confine tra i Latini e l'antico popolo dei Rutuli. Ovidio racconta nelle "Metamorfosi" che la dea Venere usò le sue acque per liberare Enea dal proprio corpo mortale. Questo perchè il Numicio è indicato anche come il luogo della morte di Enea, caduto in combattimento con i Rutuli o semplicemente chiamato in cielo dagli dèi, citando Tibullo e Dionigi di Alicarnasso. Nei pressi del Numicio, Anna scomparve, uccisa forse dai sicari di Lavinia. Il dio del fiume Numicio o Numico la trasformò in ninfa prendendola come sua sposa. Oppure la nascose tra le sue acque per proteggerla dopo averla comunque tramutata in ninfa. Chi da quel giorno si trovò a passare nei pressi del fiume poteva udire la voce della donna confondersi con lo scorrere delle acque.
Da qui il nome di Anna Perenna, in latino "amne perenne" ovvero "onde perenni". Ma questa dea ha anche altre origini interessanti. Come diverse divinità minori romane, molti studiosi la identificano con un'antichissima dea estrusca legata alla terra. Una sorta dunque di Dea Madre, una figura divina molto diffusa nelle religioni arcaiche di quasi tutte le Civiltà del Mediterraneo e non solo. Nel nome inoltre ritroviamo la radice sanscrita "ann" ("cibo") che ha un corrispettivo romano in Annona, antica dea dell'abbondanza e degli approvvigionamenti di origine italica. Anna Purna in India è anch'ella dea dell'abbondanza e del nutrimento.
Che la cultura indiana abbia subito l'influenza di quella romana nel corso dei secoli? Esiste anche un'ulteriore versione del mito di Anna Perenna, più popolare e contadina. Durante i tumulti plebei del 494 a.C. una vecchina di buon animo saliva ogni giorno sul Monte Sacro dalle campagne di Boville, rifocillando chi vi si era rifugiato con focacce preparate da lei stessa. I romani le dedicarono una statua e la nonnina divenne nel tempo una divinità. La medesima vecchina ritorna anche in una storia dal carattere apparentemente burlesco: ella si sarebbe sostituita a Minerva in un incontro galante con il dio Marte e avrebbe preteso la sua condiscendenza, trasformandosi poi in un'avvenente fanciulla. Abbiamo appurato che in ogni caso, le origini di Anna Perenna la identificano come una dea legata al nutrimento, all'abbondanza, all'essenza selvaggia della natura come si addice a qualunque concezione di Dea Madre arcaica. Nel corso dei secoli la sua figura assunse un significato diverso pur mantendendo alcune prerogative del misterioso passato.
Anna Perenna divenne la dea che presiedeva al corso dell'anno, al perpetuo rinnovarsi delle stagioni...
Una sorta di personificazione divina dell'anno chiamata "Anna ac Perenna". La sua festività cadeva alle Idi di Marzo ed era consuetudine per i capitolini rivolgersi gli auguri di passare un buon anno, essendo marzo il primo mese dell'anno sacro. Il giorno 15 segnava inoltre l'inizio della primavera. I contadini pertanto speravano nella Dea per il futuro dei loro raccolti. Banchetti e libagioni si tenevano in un Bosco sacro dedicato ad Anna Perenna, lungo la via Flaminia. Erano festività in cui si ballava, si cantava e ci si ubriacava in un clima esaltato e licenzioso nel quale venivano spesso meno i freni inibitori dei partecipanti. Proprio in questi banchetti ritroviamo le caratteristiche ancestrali della dea, intesa quale forza selvaggia e sessuale della Natura, la Grande Madre che segna le vite umane e i cicli naturali e cosmici, esprimendo l'interminato ciclo di nascita-sviluppo-morte-rigenerazione. L'aspetto "carnale" di Anna Perenna sarebbe confermato dalla storiella del Marte ingannato, poc'anzi raccontata. Ovvio che in questa leggenda predomina lo spirito arguto e piccante tipico dei romani. Nel poema epico "I Punica", scritto da Silio Italico in tarda epoca flavia e incentrato sulle vicende della seconda guerra punica, Anna Perenna, pur essendo una dea romana, si pone al fianco dei Cartaginesi. Un fatto curioso, giustificato dal fatto che secondo il mito, Anna fosse la sorella della povera Didone.
Al culto di Anna Perenna è legata anche una fontana votiva risalente al IV secolo a.C. e utilizzata fino al VI secolo d.C.; la sua scoperta nel 1999 a Roma, ha permesso di identificare la giusta ubicazione del Bosco sacro alla Dea, nei pressi appunto della via Flaminia (attuale zona Parioli). Costruita con blocchi di tufo, la struttura è di forma rettangolare. Il frontespizio era ornato da un altare sul quale è stata rinvenuta l'iscrizione "Nymphis Sacratis Annae Perennae" che ha permesso di attribuire la fonte alla Dea in questione. All'interno di una sorta di cisterna a lato della fontana, sono stati rinvenuti centinaia di oggetti. Tra monete, lucerne a uso rituale e brocche di ceramica sono emersi nove curiosi recipienti in piombo contenenti delle statuette antropomorfe in cera e in argilla e un grande paiolo in rame, probabilmente utilizzato per preparare pozioni. Gli archeologi hanno anche rinvenuto diverse "taballae defixionum", lamine in piombo incise a graffio. Si tratta di testi magici, "defixiones", riportanti delle vere e proprie maledizioni "ad personam". Ad Anna Perenna potrebbero essere legati dei particolari riti esoterici. Il mistero della Fonte di Anna Perenna alimenta quello riguardo questa antichissima dea le cui origini sembrano risalire all'alba delle Civiltà...
Bibliografia e note:
- "Miti romani. Il racconto", Licia Ferro e Maria Monteleone. Einaudi.
- "La religione romana arcaica. Miti, leggende, realtà della vita religiosa romana", Georges Dumézil. BUR.
- "Almanacco pagano. Festività e miti nell'antica Roma", Pandemia. Macro Edizioni.
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