Milites. Gli scudi di Roma. La serie del Legionario Eterno di Giovanni Melappioni...
Annibale contro Roma, il conflitto tra le due potenze del Mediterraneo sta giungendo al suo atto finale. Il terzo romanzo della serie del Legionario Eterno, l'epico racconto della Seconda Guerra Punica.
Articolo a cura di Andrea Contorni - Martedì 6 febbraio 2024
Estate 217 a.C. Dopo le vittorie nell’Italia settentrionale, Annibale porta la sua sfida fin nel cuore di Roma. Marco Levinio, il legionario eterno, l’ha già combattuto e sa che non bisogna sottovalutarne il genio militare.
Per questo il dittatore Quinto Fabio Massimo lo vuole accanto a sé mentre conduce una guerra del tutto nuova, fatta di imboscate, agguati e scaramucce, disprezzata dal resto dei suoi ufficiali, che bramano un glorioso scontro campale. In un crescendo di tensione, Levinio e i suoi veterani vivranno in prima linea il precipitare degli eventi, dalla distruzione di Telesia fino alla tragica sconfitta romana a Canne e alla sofferta, inaspettata riscossa. Dalla loro avranno solo la fede incrollabile nel destino di Roma, per non soccombere al più grande nemico che l’Urbe abbia mai affrontato. Questa è più o meno la trama del terzo e avvincente capitolo della serie "Milites" di Giovanni Melappioni. Siamo dinanzi a un piccolo capolavoro narrativo, ambientato in un periodo della Storia di Roma davvero poco battuto da scrittori e autori siano essi calibri da novanta che emergenti. Da parte mia ho sempre amato la Seconda Guerra Punica e ho dedicato tanti anni allo studio delle complesse fasi del conflitto tra le due più grandi potenze del Mediterraneo antico. Ancora ricordo la gioia di quando trovai a una fiera del libro usato il volumetto "Scipione Africano" di Sir Basil Liddell Hart, una lettura datata alla luce degli ultimi progressi nel campo della ricerca storica-archeologica, ma illuminante da molti punti di vista. Mi scuso per la divagazione, tornando a bomba a Giovanni Melappioni. Posso dirvi che lui è un grande scrittore di narrativa medievale. Non per niente le sue saghe epiche ambientate nel Medioevo, "Il Giglio e il Grifone" e "Il Cavaliere Errante", da me trattate sull'altro mio sito "Storia Misteriosa", sono considerate da pubblico e critica, iconiche del romanzo di genere. Ma in "Milites", dal primo "Cammino di Gloria", al secondo libro "Il Destino del Legionario" fino al terzo, il nostro "Gli scudi di Roma", Giovanni Melappioni rende forse il meglio di sé, stupendo e affascinando chiunque, dal purista di "cose romane" al semplice appassionato. Ma ora, lascio la parola proprio a Giovanni Melappioni!
01. "Milites" il romanzo del Legionario Eterno giunge al suo terzo capitolo. L’epico racconto della Seconda Guerra Punica, dopo i due volumi precedenti, è a un punto di svolta importante. Giovanni, in che fase storica del conflitto ci troviamo e quale sfida attende il nostro protagonista Marco Levinio?
Siamo nella fase più drammatica del conflitto. Annibale ha appena distrutto l’esercito consolare di Gaio Flaminio presso il lago Trasimeno, e con esso la cavalleria dell’altro console, Gneo Servilio Gemino, inviata in soccorso a Flaminio.. Il condottiero cartaginese aveva già sconfitto due volte i romani: in una scaramuccia presso il Ticino e in una battaglia campale presso il Trebbia. Come misura estrema per porre argine all’invasione nemica Roma chiama Quinto Fabio Massimo a guidare i nuovi eserciti, assegnandogli la magistratura suprema della dittatura. Il terzo romanzo della serie racconta la strana guerra condotta da Massimo, contraria a tutti i principi bellici dell’Urbe. Una guerra tra la volpe, Annibale, e il riccio, il dittatore Massimo, che Archiloco sintetizza, in una sua favola, con l’emblematica frase "la volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande".
02. Sei uno scrittore, ma prima di tutto un ricercatore e uno studioso di Storia. La saga "Milites" è incentrata su un personaggio romano ma ciò non toglie che anche il punto di vista avversario con le sue ragioni meriti considerazione narrativa. È difficile per un autore rimanere imparziale quando in gioco ci sono fazioni, di cui una, quella romana, che potrebbe di sicuro attirare più consenso rispetto a quella cartaginese? Tu come hai affrontato la questione?
Il mio approccio, ormai collaudato dopo anni, è quello di frammentare i grandi eventi in episodi e situazioni specifiche, andando così a scoprire gli uomini che ne furono protagonisti nella loro intimità. In questo modo ho sempre trovato spunti interessanti da ambo le parti. Nel mio primo romanzo L’Ultima Offensiva ho messo in pratica questo metodo nella maniera forse più pura, quasi da manuale, dando voce e identico spazio sia ai soldati americani che ai tedeschi durante la battaglia delle Ardenne del 1944. Nel tempo ho imparato a dosare con meno rigidità le incursioni da un lato e dall’altro, divertendomi anche a creare personaggi che ho odiato, cosa che non era accaduta con la mia prima prova letteraria. Resta comunque il modo, a mio avviso, più valido per evitare di scadere nella facile partigianeria. Tutti gli esseri umani hanno la loro storia, ingrandendo l’obiettivo e scoprendone dei dettagli quasi sempre i giudizi si fanno meno netti e, di conseguenza, risulta meno facile stabilire quale parte sia la nostra preferita.
Giovanni Melappioni ha pubblicato, Gli scudi di Roma, terzo libro della saga, Milites...
03. Il terzo volume di una saga, non rappresentando inoltre quello finale, merita comunque una riflessione da parte dello scrittore, un bilancio che spinge a proseguire come si è progettato o a imprimere una svolta. Nel tuo caso, tre libri pubblicati, qual è il bilancio dell’opera tutta? Cosa ti ha soddisfatto, cosa meno e se c’è qualche accorgimento che intendi introdurre o migliorare nel proseguo?
La serie Milites è stata la grande sorpresa della mia carriera. Il primo romanzo Cammino di gloria, nato dallo spunto di una tesi di laurea mai consegnata, e poi divenuta un saggio che ho pubblicato, non doveva nemmeno essere tale, perché avevo in mente un racconto esplorativo, per sondare il pubblico. Tutti gli autori di maggior successo del settore ambientano le loro opere nel periodo del Principato, oppure all’apice dell’epopea imperiale romana sotto Traiano. La Res Publica viene narrata attraverso Giulio Cesare, e solo in rari casi ci si spinge oltre questi schemi. Ambientare una storia durante la Seconda Guerra Punica con l’intenzione di tenere sullo sfondo gli unici nomi che solitamente ce la ricordano (Annibale, Scipione e così via) è stato un azzardo ma, con mia grande gioia, i semi gettati stanno germogliando, e i lettori sono numerosi quanto quelli delle mie storie medievali, se non di più. Soprattutto, per andare sul tecnico, ho notato che il rapporto tra i lettori del primo romanzo e quelli che sono rimasti fino al terzo è di una percentuale che rasenta il cento per cento. Questa è stata la conferma di aver creato qualcosa che era atteso dal pubblico. In quest’ottica il patto che ho suggellato con i miei lettori richiede una concentrazione massima e la miglior esperienza possibile. Ho allungato dunque i tempi di produzione, due anni tra un volume e l’altro, per compiere le migliori ricerche possibili. Ogni volume dovrà essere un viaggio, una scoperta e una costante catena di emozioni e adrenalina.
04. Come tutti i romanzi storici, noi abbiamo una convivenza di personaggi di fantasia e di personaggi realmente esistiti. Per quanto riguarda "Gli scudi di Roma", mi sovviene subito Quinto Fabio Massimo. Cosa ti ha sorpreso di questo personaggio, bollato negativamente come un "Temporeggiatore"? E per concludere, cosa dobbiamo aspettarci nella continuazione della saga?
Massimo mi ha sempre affascinato. Era un uomo maturo, con una carriera di tutto rispetto alle spalle, un guerriero, un politico sottile e determinato, rispettoso delle tradizioni, insomma un condottiero con un curriculum incredibile, eppure il suo nome oggi è associato a chi esita senza ottenere nulla e, in sostanza, a uno sconfitto. Nel romanzo ho voluto raccontare questo generale, tramite la lente della mia sensibilità e delle conclusioni alle quali sono giunto studiandolo, cercando di mostrare la sua presa di coscienza del problema Annibale. Non voglio svelare nulla, credo che il modo migliore per scoprire questo "nuovo" Massimo sia leggere la storia che ho scritto, però posso dire che fosse preoccupato dell’atteggiamento dei suoi concittadini tanto quanto temesse Annibale, e che su questo presupposto ho costruito il personaggio nel libro. Per quanto riguarda il futuro della serie, posso già svelarvi che il prossimo volume sarà chiamato "Le spade di Roma", come molti avevano già intuito con arguzia (Massimo venne definito lo scudo e Marcello, l’altro grande condottiero di questo periodo, la spada di Roma). Questa volta Marco Levinio e i suoi compagni si troveranno a combattere contro avversari che non hanno mai affrontato prima, perché la vicenda si incentrerà sull’assedio di Siracusa. Ci sono così tante cose da raccontare, non vedo l’ora di iniziare la stesura!
Gli scudi di Roma è un romanzo storico scritto con arte. Sorprende, affascina e cattura seguendo le vicende dell'epico confronto tra Roma e Cartagine...
Giovanni Melappioni è un autore di grande livello che scrive romanzi storici dopo un impegno colossale nel documentarsi. Non è da tutti. Questo aspetto si comprende in ogni singolo capitolo, dalla resa delle ambientazioni a quella delle battaglie, alla caratterizzazione dei personaggi. Nulla è lasciato al caso. Perché all'inizio ho detto che in "Milites", il nostro scrittore dà il meglio di sé? Perché si muove fuori dal suo contesto narrativo abitudinario. Lui mastica robe medievali come fossero bruscolini, altro discorso è affrontare Roma e la sua Storia, fuori dai soliti e quasi banali periodi trattati in tutte le salse. Parlo dell'epoca imperiale, montata e smontata in milioni di romanzi. "Milites" parla di Seconda Guerra Punica, narra le imprese di Annibale e degli Barca, racconta l'epica e tragica resistenza di Roma, dopo disfatte epocali come sul Trasimeno e a Canne. Giovanni Melappioni con i suoi romanzi tratta proprio gli eventi che hanno permesso alla stessa Civiltà Romana, prima di sopravvivere e infine di ergersi a potenza unica del Mediterraneo, grazie all'ardore, al coraggio, al valore e al sacrificio di tanti legionari letteralmente eterni...
Note e riferimenti:
- Sito ufficiale di Giovanni Melappioni.
- La Pagina di Giovanni Melappioni su Amazon con tutte le pubblicazioni.
- Per le fotografie e le grafiche di "Milites. Gli scudi di Roma" si ringrazia Giovanni Melappioni.
- Le grafiche sono realizzate con Licenza di utilizzo "Canva" regolarmente acquistata.
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